Italia - India via terra: 3 fuoristrada, 6 mesi di viaggio, 45 mila chilometri!
Oltre, altrove, spazi di libertà, spazi di avventura!
Finalmente ricominciamo a viaggiare!
Solo con la fantasia, è vero, ma non c’è antidepressivo migliore per ritornare a sognare che lasciarsi trasportare in altri mondi, in altri spazi, in altri tempi.
Non lo nascondiamo, la notizia di un vaccino sempre più vicino e la concreta possibilità di un ritorno alla normalità in tempi non troppo lunghi, ci hanno regalato quel pizzico di speranza e di entusiasmo mai tanto gradito come in questo difficile momento.
Abbiamo così deciso di riaprire i nostri orizzonti al mondo e lo abbiamo fatto con il racconto di uno dei viaggi più incredibili che si possano ancora oggi effettuare: la traversata via terra dall’Italia all’India.
Una premessa importante: la nostra vuole essere solo un’introduzione ad un viaggio che rappresenta probabilmente il sogno di ogni viaggiatore con la V maiuscola, un sogno, come vedremo, non impossibile, e che anche per questo merita di esser conosciuto nei dettagli. Rimandiamo perciò alla lettura dell’affascinante articolo scritto a due mani dalla giornalista Sonja Vietto Ramus e da uno dei protagonisti, il nostro amico Valter Casali, ad oggi impegnato, insieme alla moglie Rosanna, nella traversata del continente americano dalla Patagonia all’Alaska (purtroppo ora interrotta a causa della pandemia). Trovate l’articolo sul numero di novembre/dicembre 2020 della rivista Elaborare 4x4, al momento in edicola.
Ma veniamo al viaggio e, prima ancora delle emozioni, lasciamo parlare i numeri: due tappe di 3 mesi ciascuna per un totale di 6 mesi, oltre 45 mila chilometri percorsi, di cui circa 9 mila su piste o strade sterrate, 13 paesi attraversati.
Tutti con decenni di esperienza di viaggio alle spalle e con all’attivo altre traversate, tra cui quella dell’intero continente africano da nord a sud e ritorno, tre coppie di amici e grandi viaggiatori lasciano l’Italia in direzione est nel luglio del 2015 a bordo dei loro mezzi camperizzati, due Toyota e un Land Rover, costruiti per garantire la massima mobilità e affidabilità, non camper moderni dotati di tutti i comfort, ma vere e proprio navi del deserto. Torneranno a solcare le strade patrie nel mese di marzo del 2016.
Sulla falsariga della storica Via della Seta e del famoso Hippy Trail degli anni 60 e 70, l’itinerario, attentamente pianificato, ha dovuto adattarsi all’attuale mappa del mondo, che in quelle aree oggi presenta purtroppo maggiori criticità di allora, tanto da aver reso di fatto off limits paesi un tempo facilmente raggiungibili e considerati tappe irrinunciabili (basti pensare all’Afghanistan) lungo il cammino verso l’Oriente. Nondimeno le avventure non sono mancate e, come sempre, insieme agli incontri con le popolazioni locali, sono tra i ricordi più forti del viaggio.
Giunti in Turchia, superata l’affascinante Istanbul, da sempre vera porta d’Oriente, e attraversati i confini con l’Iran, il viaggio entra nel vivo.
È qui che dobbiamo immaginare di fare un salto indietro di oltre duemila anni e immergerci nello splendore dell’antico impero persiano, di cui l’Iran era il cuore. Così facendo comprendiamo meglio il perchè, non solo per i nostri grandi viaggiatori, il paese rappresenti un connubio più unico che raro tra alcune delle testimonianze archeologiche e artistiche più affascinanti al mondo e una delle popolazioni più aperte e cordiali che si possano incontrare. Inoltre le bellezze naturali non sono da meno e l’affascinante deserto del Dash-e-Lut ne è la testimonianza. In sintesi e senza ombra di dubbio, una meta che da sola vale il viaggio!
Ma la strada verso l’Oriente è ancora lunga, ed ecco così i nostri amici entrare in Pakistan, attraversare la turbolenta regione del Belucistan scortati per l’intero percorso dall’esercito e poi raggiungere, lungo la mitica Karakorum Highway, Amirtsar, città sacra dei sikh e porta di quell’India misteriosa, vero continente nel continente per la ricchezza antropologica e culturale e per la varietà degli scenari naturali, che sarà l’assoluta protagonista del loro viaggio per i successivi 4 mesi (inclusa la parentesi nepalese).
Innumerevoli sono le emozioni e i momenti del viaggio in India che dovrebbero essere citati e che troverete narrati da Valter nel suo articolo. Di conseguenza in questa sede ci limiteremo a ricordare quelli che hanno più colpito la nostra fantasia di viaggiatori:
- il raggiungere le maestose cime del Ladakh, provenendo dal Kashmir, attraverso il Khardungla, il passo più alto del mondo a oltre 5 mila metri;
- il tentativo di entrare nella remota regione nepalese del Mustang, abortito a causa del maltempo che ha reso impraticabili le piste;
- il rigoglioso giardino del Sikkim, una delle perle meno conosciute del paese, ai piedi dei più alti pilastri della terra come il Kanchenjunga, con i suoi 8586 metri;
- l’Orissa, regione tanto turbolenta quanto affascinante da un punto di vista antropologico per la presenza dei numerosi popoli tribali;
- la folle guida degli indiani che rende un’avventura nell’avventura raggiungere qualsiasi località, che siano le regioni più remote dell’Himalaya, le più grandi città come Mumbay e New Delhi, l’affascinante Rajastan o Varanasi, la famosa città sacra agli Indù bagnata dal fiume Gange.
In conclusione un viaggio che senza alcun dubbio possiamo considerare straordinario per la varietà e la ricchezza delle popolazioni incontrate, dei paesaggi attraversati e delle vestigia artistiche e architettoniche, ma un viaggio straordinario anche per il suo significato, tanto più in un momento particolare come quello attuale.
Il messaggio che ci tengono a lanciare i protagonisti è uno solo: è un viaggio straordinario, ma alla portata di tutti.
Non sono necessarie competenze particolari, mezzi di trasporto speciali o budget fuori dalla portata della maggior parte dei viaggiatori.
Chiunque, magari in un momento particolare della propria vita che ha deciso di dedicare solo a se stesso, armato di spirito di avventura, apertura mentale e soprattutto volontà di entrare veramente in contatto con le diverse popolazioni che incontrerà per strada, potrà decidere di lasciare le acque apparentemente sicure della propria quotidianità, issare le vele e partire.
E così, come ci raccontano i nostri viaggiatori, si scoprirà forse che il mondo è un luogo migliore di come ce lo dipingono quotidianamente i media e che sarà più facile ricevere un sorriso ed un gesto di solidarietà da persone incontrate per caso all’altro capo del globo piuttosto che dal nostro vicino di casa.
E se proprio le cose si dovessero mettere male, vedrete che nella gran parte dei casi l’arma migliore sarà proprio quella di un sorriso sincero…
Invitandovi di nuovo a leggere l’articolo completo del viaggio sulla rivista Elaborare 4x4, mi auguro che si possa ricominciare a sognare per ritrovarsi presto, ancora una volta, a solcare le strade della nostra unica vera casa, il pianeta Terra.
Ma continuate a seguirci nei prossimi mesi, anche sui social, perché, come potete immaginare, l'archivio fotografico di Valter è ricchissimo e, in un viaggio del genere, molti sono gli aspetti che meritano di essere approfonditi.
